Video registrazioni: utilizzo ed efficacia probatoria nei sinistri stradali
Nel nostro ordinamento in caso di sinistri stradali, vale la presunzione di concorso di colpa tra i conducenti coinvolti, dunque ognuno deve dimostrare di non essere responsabile dell’incidente verificatosi.
L'utilizzo di videoregistrazioni
È facile immaginare come l’utilizzo di videoregistrazioni possa tornare utile nei sinistri e contenziosi controversi. In alcuni casi complessi, inoltre, avere a disposizione la registrazione dell’accaduto, che testimonia l’esatta dinamica dei fatti, può fare la differenza ai fini assicurativi. Di particolare importanza è l’utilizzo delle registrazioni delle telecamere di sorveglianza installate all’esterno immobili in prossimità del luogo dell’evento. I video prodotti dalle telecamere possono essere utilizzati in giudizio come prove, sul punto ormai vi è orientamento consolidato da parte della giurisprudenza di legittimità (Cass. civ. sent. n. 39293/2018).
Presunzione di colpa
L'art. 2054 del Codice civile stabilisce che, in caso di incidente stradale, si presume una responsabilità paritaria tra i conducenti, fino a prova contraria. Il conducente che voglia superare questa presunzione deve dimostrare, con elementi oggettivi, che l’incidente è stato causato esclusivamente da una condotta colposa dell’altra parte, provando di aver rispettato le norme di sicurezza stradale.
Le registrazioni video, in questo contesto, hanno un'importante valenza probatoria perché offrono una ricostruzione diretta e precisa della dinamica dell'incidente, evidenziando eventuali violazioni del Codice della strada. In pratica, è utile acquisire verbali delle autorità intervenute e richiedere filmati di videosorveglianza che possano chiarire i fatti.
Un caso pratico illustrato riguarda un conducente che negava la propria presenza sul luogo del sinistro, ma un video di sorveglianza ne smentiva le dichiarazioni, provando che era alla guida al momento dell'incidente. Nonostante ciò, il giudice di primo grado aveva basato la sua decisione su una testimonianza di dubbia attendibilità, ignorando il valore probatorio del video. La Cassazione, accogliendo il ricorso, ha riconosciuto la fondatezza delle videoregistrazioni, dichiarandole legittime e decisive per accertare le responsabilità. Questo errore logico-giuridico del giudice di merito ha quindi comportato la revisione della decisione.
Efficacia probatoria delle videoriprese in caso di sinistro
L’articolo 2712 del Codice civile attribuisce alle registrazioni video il valore di prova documentale, purché non siano contestate dalla controparte. Tali registrazioni, come supporti materiali che documentano fatti, diventano prova legale se non viene presentato un disconoscimento chiaro, esplicito e circostanziato riguardo alla loro conformità ai fatti rappresentati. La giurisprudenza (Cass. civ. n. 1033/2013) specifica che il disconoscimento deve indicare rigorosamente gli elementi che dimostrino la discrepanza tra la realtà riprodotta e quella effettiva.
Se non viene sollevata contestazione nelle prime fasi del giudizio, il contenuto delle riprese si considera riconosciuto, e il giudice deve tenerne conto. Tuttavia, se il video viene contestato, non perde automaticamente valore probatorio, ma degrada a prova liberamente valutabile, integrabile con altri elementi probatori ai sensi dell’art. 116 c.p.c. In tali casi, la parte che ha prodotto il video può chiedere una perizia tecnica per accertarne l’autenticità.
L’utilizzo di registrazioni video è considerato lecito per finalità probatorie, purché non violi la privacy (ad esempio, condividendo dati personali come volti o targhe su social network). Questo strumento è fondamentale nei giudizi sull’accertamento delle responsabilità di incidenti stradali, permettendo di attribuire con precisione le colpe, anche in assenza di prove testimoniali dirette.