Torna al magazine 04/11/2021 DASapere

Haters: come difendersi dagli attacchi su internet

C’è un’aggressività crescente nelle parole e negli atteggiamenti che ha portato alla diffusione dei cosiddetti “haters” e alla conseguente necessità di difendersi dagli attacchi su internet. È un male che parte da lontano, da quando c’è sempre meno voglia di ascoltare l’altro, di ascoltare un pensiero difforme, da quando è diventato sempre più difficile trovare le parole giuste per suscitare l’ascolto, il confronto. Questo malessere diffuso, che non sempre è riconducibile a mera frustrazione o a gap di comunicazione, integra, talvolta, gli estremi di un vero e proprio reato e sembra amplificarsi nel momento in cui ci si sposta dalla vita reale a quella virtuale. Ecco allora che blog, forum, piattaforme social si trasformano in ring di scontro dove insulti e rabbia, e talora anche vere minacce, esplodono senza limiti protetti dall’anonimato del web.
sfondo casi risolti

Internet è nato per unire le persone, ma è necessario promuovere il rispetto in rete

È il fenomeno dei c.d. “leoni da tastiera” o “haters”, soggetti che sfogano la propria rabbia sulla rete con commenti offensivi e discriminatori. Molto spesso non c’è una ragione a tutto ciò, ma solo la stupidità della consapevolezza che gli insulti sono più facili da scrivere che da rivolgere a voce. Talvolta, però, alcune categorie vengono prese di mira, per il loro pensiero, le loro idee, la loro diversità rispetto ad un’ideologia dominante. Nascono i fenomeni come il cyberbullismo o lo stalking, per esempio, che molte volte abbiamo denunciato nelle nostre newsletter e di cui, come DAS, ci siamo occupati nei casi legali da noi trattati.

“Hate speech” si riferisce a parole, immagini, video, commenti o post con contenuto aggressivo o violento

Tali contenuti vengono diffusi per ferire le persone. L’aggressione in rete mira a svalutare, attaccare o addirittura incitare alla violenza contro un determinato gruppo di persone o un singolo individuo.

Concita De Gregorio, giornalista, scrive: “C’è una domanda semplice e persino banale che precede ogni altra considerazione: se io rispetto la tua posizione, perché tu non rispetti la mia?”. Questo interrogativo vale per ogni questione: dagli argomenti di maggiore attualità legati alla gestione della pandemia, alle scelte di governo del paese, ai temi della disabilità, del femminicidio e dell’inclusione.

Occupandoci di tutela legale, ci siamo trovati ad assistere, con i nostri avvocati, aziende o professionisti vittime di una diffamazione mediatica che ha finito per ledere la loro reputazione anticipando colpe e condanne in realtà mai accertate con sentenza. Il processo mediatico è l’altra faccia di questo mal costume: l’arena virtuale dei social media amplifica i contenuti e li trasmette con la velocità di una frazione di secondo, danneggiando carriere e personalità costruite in anni di lavoro e di impegno. Constatiamo, dunque, l’effetto di tutto ciò: che molte persone non pubblicano le proprie idee perché hanno paura di essere aggrediti da altri e che, sempre più spesso, da questa aggressione non ci si riesce a difendere.

Ci si rende conto che occorre adottare un modello di comportamento e delle soluzioni di comunicazione, da attuare non solo on line, che aiutino a reagire in modo veloce ed efficace a determinati commenti lesivi della reputazione di una persona o di un professionista o comunque infamanti.

Parlare di “netiquette” potrà sembrare riduttivo o semplicistico, ma, in questo contributo, ci accontentiamo di fornire qualche spunto pratico, che possa essere d’aiuto a chi cada vittima di tale aggressività mediatica.

Con questo termine, acronimo di “network” (rete) e di “étiquette” (buona maniera), si intendono il complesso di regole di comportamento e di scrittura volte a favorire il reciproco rispetto tra gli utenti di social media, ma anche di posta elettronica e di comunicazione scritta in generale. Ecco qualche suggerimento (Fonte: “Manufatto”, n. 6, 2021, specie pagg. 14-16):

  • difficilmente gli haters si lasceranno distogliere dalle loro convinzioni; sono degli “antisistema”, perciò, non scomporsi è cruciale. Nella maggior parte dei casi, si tende per prima cosa a rispondere alle provocazioni ricevute: è opportuno non farlo;
  • anche ignorare del tutto un hater che sta scrivendo con commenti aggressivi è errato perché potrebbe essere indotto a perseverare nell’intento in quanto la propria aggressività non trova ancora nel destinatario uno sfogo;
  •  la migliore strategia è quella di porre delle domande; in questo modo è possibile far uscire allo scoperto chi ha commentato, ponendolo di fronte ad una specifica questione sulla quale è chiamato ad esporsi nel merito e a non limitarsi all’invettiva; l’effetto è che anche i followers finiranno per regolarsi autonomamente distinguendo il vero dal falso;
  •  in nessun caso, è consigliabile lasciarsi coinvolgere dalle provocazioni, impegnandosi in una lunga discussione; è preferibile, invece, tracciare una linea netta, utile ad interrompere il discorso dopo aver posto solo alcune precise domande;
  • non usare lo stampatello o caratteri maiuscoli perché trasmettono l’immagine della prepotenza di chi urla per imporre le proprie idee;
  • preferibilmente, nelle e-mail, indicare sempre nell’oggetto l’argomento del messaggio per permettere al destinatario di classificare la posta elettronica ricevuta in base alle priorità.

Come compagnia di tutela legale, abbiamo sviluppato − soprattutto per professionisti ed imprenditori individuali che sono attivi anche sui social per esigenze di pubblicità e di comunicazione – due garanzie in grado di supportarli nei casi di violazione dell’immagine dovuta a contenuti lesivi pubblicati on line e nei casi di crisi di reputazione conseguente al processo mediatico. In particolare, DAS sostiene le spese nell’interesse del professionista assicurato:

  • per rimuovere, richiedere di rimuovere o per ridurre l’impatto negativo di contenuti pubblicati on line, che ledono la propria reputazione a seguito di un attacco informatico o di un furto d’identità;
  • per l’attivazione di un team di crisi composto da giornalisti professionisti e comunicatori esperti in Litigation PR e nella gestione e difesa della crisi di reputazione.

Anche la polizza assicurativa per la famiglia può essere una soluzione utile per proteggere i propri cari, in particolare i giovani, che possono essere vittime di cyberbullismo o attacchi online.

Scrive “ShareTheLove.online”: “Le parole feriscono più della spada. Le discussioni rispettose ci arricchiscono, mentre quelle offensive ci dividono. Consultare il sito per maggiori informazioni ed approfondimenti.

Prodotto Das Per Te
DAS per TeTutela te stesso e chi ami con DAS per Te: una soluzione che provvede a tutte le esigenze legali della tua vita privata.Vai alla pagina prodotto
Questo articolo trae spunto da un caso reale, ma ogni riferimento è puramente casuale

Contenuti correlati

Infografiche Case E Condimini Proprietà E Affitto
DASapereDati istat su condominio e casa di proprietàCondominio e casa di proprietà. Ecco cosa dice l’Istat nel suo ultimo sondaggio demoscopico e quali sono i trend del settore immobiliare in Italia. • L’80% degl ...
22.06.2020Leggi tutto
Infografica Volontari in Italia 1
DASapereIl mondo del volontariato in ItaliaNel nostro Paese oltre 6,63 milioni di persone (12,6%) si prodigano gratuitamente per il prossimo o per il bene collettivo: 4,14 milioni (7,9% degli italiani) l ...
19.08.2020Leggi tutto
06 Das Settore Agricolo
DASapereSettore agricolo: ancora troppi infortuni sul lavoro In Italia, il settore agricolo detiene, ancor oggi, il triste primato degli infortuni, spesso mortali, durante lo svolgimento dell’attività lavorativa.
12.01.2021Leggi tutto